Forse avrete notato che da qualche anno a questa parte si stia esaurendo la vena minimalista e all-white nel design di interni, mentre si sta tornando ad apprezzare e desiderare complementi d’arredo dal sapore retrò, colori più caldi e superfici più “morbide”.
Non ci riferiamo a una moda per l’antiquariato tout-court, ma alla riscoperta del design dei primi del Novecento e del cosiddetto Modernariato.
In questi periodi si è assistito alla nascita di innumerevoli stili decorativi e di moltissimi complementi d’arredo e oggetti non solo funzionali, ma anche durevoli e belli.
Tra questi oggetti può capitare di scoprire decori a guilloché, che fino agli anni Settanta erano diffusi nei più svariati settori, dalla profumeria all’automotive.
Gli attuali trend nel gusto hanno appunto riportato nel design una particolare attenzione per le finiture, per le proprietà delle superfici e dei pattern tridimensionali. Tantissime sono poi le tecniche di decorazione industriale delle superfici che si sono sviluppate dagli anni ’70 – stampaggio, incisione laser, tornitura a controllo numerico, godronature, ecc.
Il guilloché artigianale, però, rispetto alle lavorazioni industriali, ha qualcosa che lo rende unico e che si trasferisce in termini di bellezza sugli oggetti che decora: viene fatto ancora oggi con i medesimi procedimenti dei primi del Novecento, perché utilizza le stesse macchine, ancora funzionanti, sempre alimentate e comandate a mano.
Parlandovi del nostro lavoro cercheremo di aiutarvi ad imparare a distinguerlo… seguiteci!